
Non condividiamo, ma allo stato attuale è l’unica soluzione
possibile. Oltre ai 3700 già usciti dalle carceri italiane ad oggi, ci
aspettiamo per il mese di aprile l’uscita di altre diecimila detenuti. Un
provvedimento deflattivo significativo, ma che da solo non basta. Questo è il
commento del segretario generale del sindacato S.PP. Aldo Di Giacomo: “si apprende
altresì con molta soddisfazione, dopo le nostre pressanti richieste,
dell’uscita dal carcere di Roma Rebibbia Femminile di quattro bambini e di
altri nove nel resto d’Italia. I
provvedimenti deflattivi costituiscono un elemento essenziale al momento
attuale per evitare il propagarsi del virus all’interno delle carceri. Non
condividiamo tempi e contenuti. Se si fosse capito subito la gravità del problema, ascoltando il nostro
invito, vi sarebbe stato sicuramente tempo per organizzare un provvedimento
mirato alla scarcerazione temporanea, per la durata del coronavirus, di
immuni-depressi e ultra
sessantacinquenni. Ricordando che si tratta
di un provvedimento umanitario di carattere
sanitario e non ideologico come quello attuale. Ora purtroppo è l’unico
possibile.”
Di Giacomo – continua – è necessario altresì fare uscire dalle
carceri tutti i detenuti contagiati, prevedendo immediatamente il tampone per
tutti quelli che hanno avuto il contatto con gli infettati. Limitare al minino
gli ingressi esterni alle carceri organizzando al meglio la gestione del
personale della polizia penitenziaria. Provvedere a fare i tamponi a tutti gli
agenti penitenziari ed al personale medico. Indispensabile appare l’assunzione
straordinaria di almeno tremila poliziotti scorrendo dalle graduatorie già
presenti, visto che l’emergenza coronavirus durerà ancora molti mesi. Questo
consentirebbe da una parte un opportuno incremento dell’organico e dall’altra
consentirà al personale che da lavora da mesi e continuerà a farlo ancora per
molti mesi, un periodo di riposo. Questi pochi provvedimenti sono essenziali
fermo restando la necessità di revisione totale del sistema carcerario alla
fine dell’emergenza.