25 marzo 2020. Coronavirus carceri Di Giacomo Verona: dilaga il contagio tra i poliziotti, oltre 30 casi. 200 casi in tutta Italia. 19 detenuti ed altri 200 in isolamento. Pochi tamponi per poliziotti e detenuti. Situazione allarmante in tutto il paese
Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria
Pubblicato da Segreteria in Segreteria · 25/3/2020 15:35:00
“Nel carcere di Verona la situazione del contagio da
coronavirus è gravissima: ci risultano una quindicina di agenti penitenziari
positivi ed altrettanti in quarantena. Siamo di fronte ad un autentico focolaio
di contagio che come tale va affrontato con misure straordinarie, prima fra
tutte la tamponizzazione a tutto il personale penitenziario”. È l’SOS lanciato
dal Sindacato Polizia Penitenziaria in una nota a firma del segretario generale
Aldo Di Giacomo per il quale: “non è più tempo solo di mascherine - che tra l’altro stanno arrivando negli istituti
solo in questi giorni ed in troppi casi si tratta
di mascherine di semplice carta - e né di prodotti igienizzanti.
Continuiamo a sollecitare l’Amministrazione
Penitenziaria, le Regioni, i Dipartimenti Regionali di Protezione Civile
e le Aziende Sanitarie Locali ad intervenire con urgenza. Sono già 200 i casi
tra il personale penitenziario ad aver contratto
il COVID-19, specie nelle carceri del Nord. La situazione di Verona è sicuramente straordinaria
rispetto alle altre situazioni e merita una particolare attenzione visto il
propagarsi del virus tra il personale penitenziario, al momento non risultano
casi tra i detenuti e bisogna fare l’impossibile
per evitare che il virus si propaghi nel carcere”.
Continua Di Giacomo: “ho provveduto a comunicare la grave situazione al Prefetto ed al Presidente della Regione,
mi aspetto interventi immediati per salvaguardare il personale penitenziario ed
i detenuti reclusi. Questa mattina ho dovuto personalmente chiamare il numero
di segnalazione per coronavirus, in quanto un nostro collega, da giorni con la
febbre, non riusciva a fare la spesa
in quanto impossibilitato a muoversi dal letto e come molti lavoratori del
carcere che provengono dal sud assolutamente solo a casa; per lo stesso ho
provveduto a richiedere il tampone a casa perché con chiari sintomi del
COVID-19 come confermato per altro dal suo medico curante. Il personale è
estremamente preoccupato per il propagarsi del virus soprattutto perché al
momento attuale sembrerebbe che l’amministrazione non abbia attivato sistemi di
protezione per evitare che il contagio si espanda. Ci siamo attivati con ASL e
Amministrazione Penitenziariapercercaredifarfareitamponivelociall’internodellatendostrutturaadiacente al carcere per evitare al minimo
lo spostamento di poliziottipenitenziari.”