
“Si
continua a sottovalutare che - aggiunge - per la ben nota carenza di psichiatri
e psicologi il personale di polizia penitenziaria a Genova come in tanti altri carceri,
mettendo a rischio la propria incolumità, è costretto a svolgere mansioni non
proprie rispetto ad una realtà, quella della salute mentale dei detenuti, che
troppo spesso viene dimenticata da report e statistiche.
Ogni anno oltre 400 persone
provenienti dal carcere – secondo l ’allarme
lanciato dalla Sip (Società Italiana di Psichiatria) a giugno scorso in
occasione del convegno nazionale di Firenze – sono inserite nelle strutture
psichiatriche senza averne alcuna indicazione. Oltre 400 su circa 8 mila
pazienti ‘veri’ che ottengono una misura di sicurezza non detentiva presso i
Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) o detentiva nelle Residenze per
l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS). Sono numeri non ufficiali, certamente sottostimati, ma che descrivono la situazione si trovano i singoli DSM e le REMS
sul territorio dal mese di aprile 2019, e che sottolineano come il fenomeno
ormai interessi il 5% del totale degli autori di reato inviati alla psichiatria.
Rispetto a chi è nel sistema penitenziario - si legge nell’ultimo rapporto
del Ministero - si calcola
che oltre il 50 per cento dei detenuti assume terapie farmacologiche per
problemi psichiatrici. Secondo quanto prevede la legge, in ogni regione devono
essere garantiti appositi servizi di assistenza, attraverso l’attivazione di reparti di “Osservazione psichiatrica”
per la cura dei detenuti affetti da
specifiche patologie e «stabilire la loro compatibilità con il regime
carcerario». Ma questo non accade”.
Di
Giacomo rivolge un appello al Ministro alla Giustizia Alfonso Bonafede affinché
ponga fine a questa vergogna; il carcere non può continuare ad essere un
immondezzaio dove si butta dentro di tutto. Vi è bisogno di rivedere la
vigilanza dinamica con un sistema che consenta di porre al centro la
rieducazione dei pochi detenuti che vogliono farlo e non come ora che si dà
mandato di delinquere ai criminali che gestiscono i loro traffici illeciti da
dentro le carceri o peggio ancora alla criminalità organizzata di scegliere
come ricovero da possibili agguati sapendo che dà dentro comunque riescono a
gestire senza preoccupazione le loro strutture esterne.