[image:image-4]Si è tenuto questa mattina, mercoledì 14 marzo 2018 alle ore 10:30, dinanzi la Casa Circondariale di FOGGIA la manifestazione di protesta messa in atto dalla Segreteria Generale. Il Segretario Generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Dott. Aldo Di Giacomo insieme al Segretario Nazionale Daniele CAPONE, dopo gli ultimi gravissimi episodi di violenza nei confronti del personale di polizia penitenziaria, ha illustrato iniziative ed ulteriori forme di protesta qualora non vi siano interventi immediati e risolutori.
Allo stato attuale nel carcere di Foggia lo Stato non ha controllo della gestione detentiva.
È stato di allarme totale nel carcere di Foggia dove si stanno consumando numerosi episodi di violenza ai danni di agenti della Polizia Penitenziaria. Ultimo caso solo pochi giorni fa. Per questo motivo, il Sindacato di Polizia Penitenziaria ha organizzato un incontro con i giornalisti proprio questa mattina, davanti all’ingresso della Casa Circondariale. I numeri sono allarmanti, tra uomini e donne ci sono circa 600 detenuti nell’istituto rispetto ai circa 300 consentiti. Dentro celle per tre ci sono anche 7 persone. Decisamente sotto la soglia gli agenti presenti nella struttura. Presso l’Unità Operativa Giudiziaria se ne contano appena 45 chiamati a gestire circa 200 detenuti.
“Abbiamo accolto con favore i rinforzi voluti dal ministro Minniti – ha detto Aldo Di Giacomo, segretario nazionale SPP – ma gli arrestati poi vengono da noi che non abbiamo avuto nessun incremento organico”. Se infatti sono aumentati i militari grazie anche all’arrivo dei “Cacciatori” sul Gargano, nulla è stato fatto per gli agenti della Penitenziaria.
Per non parlare delle carenze nei controlli. “Lo scorso anno sono stati introdotti nei penitenziari italiani ben 258 telefonini e oltre un chilo di hashish. Di tutto e di più. Nelle carceri non comanda più lo Stato – l’affermazione forte di Di Giacomo -. Ci sono detenuti che subiscono violenze fisiche e sessuali e ci sono alcuni detenuti con maggiore potere economico che vincolano gli altri. Noi poliziotti con 1400 euro al mese siamo costretti a subire violenze ormai quotidiane. Negli ultimi 6 mesi la media mensile è di 28 poliziotti ricorsi alle cure mediche”.
Secondo gli agenti anche il progetto di “aprire le carceri” potrebbe nascondersi dietro l’introduzione di droga e telefonini. “Oggi è più facile organizzare visite, interviste e quant’altro all’interno delle strutture”. Ma fanno anche mea culpa: “Può anche essere dovuto a qualche mela marcia”. Infine una battuta sulla situazione della Casa Circondariale foggiana, definita assolutamente “fatiscente per ospitare la mole di detenuti”.