Le scene di ieri davanti alla carcere di Santa Maria
Capua Vetere in cui i carabinieri su disposizione della Magistratura hanno
notificato 57 avvisi di garanzia con una spettacolare operazione di “accerchiamento” del carcere per
identificare i colleghi a cui notificare l’avviso con successiva perquisizione
personale e relativo sequestro dei telefonini sono sicuramente una delle pagine
più brutte mai vissute dalla polizia penitenziaria e costituiscono sicuramente
un tassello importante del progetto di destabilizzazione del sistema
carcerario. A dichiararlo è il segretario generale del sindacato S.PP. Aldo Di
Giacomo: “quello che è successo ieri è sicuramente un passo in avanti da parte
di quella regia unica che sta cercando, oramai da un paio di anni, di destabilizzare
il sistema penitenziario italiano. Allo stato attuale sono 11 le procure in cui
sono stati presentati esposti per tortura ed è evidente che con un sistema
penitenziario così fragile e con molte zone d’ombra è sicuramente più facile approfittarne
come nel caso di Santa Maria Capua Vetere. Che dietro tutto questo vi sia una
regia unica vi sono pochi dubbi, ma la cosa più preoccupante che dopo le
rivolte di qualche mese fa l’Amministrazione Penitenziaria e il Ministero della
Giustizia si continuano a comportare in modo sprovveduto come se nulla fosse
accaduto cadendo nuovamente nel tranello dei delinquenti. Il mondo carcerario e
la polizia penitenziaria oramai sono stati abbandonati a sé stessi. Questo appare
chiaro dall’assenza della vicinanza da parte dell’Amministrazione Penitenziaria
nell’episodio di ieri a Santa Maria; emblematiche le parole del nuovo Capo del
D.A.P. Dott. Petralia il quale esprime solidarietà alla magistratura ed ai
poliziotti penitenziari ed è vicino ai detenuti”.
A nostro avviso la scelta del nuovo capo del
dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non porterà cambiamenti
sostanziali. le prossime settimane saranno sicuramente piene di insidie per le
carceri italiane conclude Di Giacomo.