Finalmente dopo anni di infamie gettate senza fondamento su alcuni Poliziotti Penitenziari e sull’intero Copro di Polizia Penitenziaria, la verità sulla drammatica vicenda che ha visto la morte di un uomo, Stefano CUCCHI, a causa di un ingiustificato modo di interpretare le Istituzione da parte di qualche singolo appartenente all’Arma dei Carabinieri, si sta delineando.
È quanto afferma Aldo Di GIACOMO Segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP.: “da sempre siamo stati convinti che i colleghi inizialmente inquisiti per la morte di Stefano CUCCHI fossero innocenti, abbiamo vissuto con rammarico e stiamo ancora vivendo con rammarico le fasi processuali che stanno delineando una verità che si è cercato di nascondere e che non fa onore agli apparati dello Stato. La colpa di singoli non può essere riversata su un intero sistema, bene hanno fatto i vertici dell’Arma a costituirsi parte civile contro coloro che si sono resi responsabili della morte di CUCCHI e, bene ha fatto il Carabiniere a trovare il coraggio di dire tutta la verità sui fatti realmente accaduti. Ricordiamo che la morte di un uomo, soprattutto quando questo è affidato ad apparati dello Stato, rappresenta sempre un grave fallimento per le Istituzioni. Esprimiamo ancora una volta la nostra vicinanza alla famiglia CUCCHI, sebbene abbiamo criticato più volte la stessa per le ingiustificate accuse rivolte agli appartenenti al Copro di Polizia Penitenziaria e, in tempi non sospetti, in alcuni nostri interventi, rivolti anche ai familiari di Stefano CUCCHI, abbiamo chiesto, pur comprendendo il difficile momento e la rabbia che umanamente potessero provare, di ricercare altrove le responsabilità.
AVEVAMO RAGIONE!
“La nostra speranza adesso è che questa triste pagina che ha visto coinvolto una delle più Amate istituzione dello Stato, l’Arma dei Carabinieri, si chiuda, che i responsabili paghino per quanto commesso e per il male fatto anche a chi nella vicenda non aveva nessuna colpa, i Poliziotti Penitenziari, degni rappresentanti dello Stato.”