
Non
a caso il tour della campagna con tappe in vari istituti di pena è stata battezzata
“Noi le vittime loro i carnefici” innanzitutto – ha spiegato – per fare chiarezza una volta per tutte sulla sicurezza dentro e fuori le carceri. Per questo dopo la lettera inviata al Presidente della Repubblica Mattarella per un suo autorevole intervento
ci siamo rivolti a Papa Francesco per la situazione drammatica che
vive il sistema carcerario italiano. Gli agenti di Polizia Penitenziaria,
riprendendo il bellissimo richiamo del Papa agli immigrati, sono ultimi tra gli
ultimi, e quotidianamente impegnati a salvare la vita di detenuti che, sempre
più frequentemente, si suicidano o tentano il suicidio nelle celle. Facciamo di
tutto, con gli scarsissimi mezzi a
disposizione, per alleviare le condizioni disumane di detenzione e soprattutto ci prodighiamo per prevenire
tensioni, risse e aggressioni.
E
tra le vittime al primo posto – ha denunciato Di Giacomo – ci sono 54 bambini
che alla data del 30 giugno trascorrono le
“vacanze estive” in cella con le
madri detenute. Sono 15 nel “”Lauro-Icam” (Campania) e, tra i più numerosi, 10
a Rebibbia-Roma e 10 a San Vittore-Milano. Una
intollerabile e vergognosa situazione di violenza perpetrata a bambini
che si protrae nonostante gli impegni e le assicurazioni venute dopo il tragico
fatto di Rebibbia quando una detenuta
uccise i suoi due figli, soprattutto l’infanzia
la più indifesa in un Paese che pure
continua a definirsi civile. Quell’infanzia che subisce le violenze fisiche e
morali, come il caso di Bibbiano in cui i bambini hanno subito le peggiori
angherie psicologiche senza vedere gli
eventuali autori di abusi in carcere.
Il
S.PP. – evidenzia il segretario – ha
condiviso e sostenuto la fiaccolata- manifestazione
di sabato scorso a Bibbiano, voluta principalmente per tenere viva l’attenzione dei cittadini, delle autorità
e dei media sull’inchiesta “Angeli e Demoni”.
Pensiamo
che non basta l’indignazione e la protesta;
occorre una forte reazione da parte delle istituzioni che hanno il
dovere di tutelare l’infanzia, delle famiglie, dell’associazionismo come di
ogni cittadino. Un primo passo
dovrebbe essere l’inasprimento delle pene senza ripetere quanto accaduto per le maestre scoperte da telecamere a picchiare bimbi e per le quali
è stato applicato il semplice
obbligo di firma, nemmeno gli arresti domiciliari. Ancora più severità va assicurata per amministratori pubblici
e funzionari di servizi socio-assistenziali che avrebbero dovuto svolgere attività
a favore del benessere psico-fisico
dei bambini”.
Di
Giacomo annuncia che giovedì 25 luglio a Roma davanti la sede del Ministero
Grazia e Giustizia terrà un nuovo sit-in per protestare contro la presenza in
cella di 54 bambini e per sostenere la proposta del Sindacato Polizia
Penitenziaria di istituire il Codice Azzurro”.