21 ottobre 2019. Di Giacomo: piuttosto che chiedere le dimissioni del Capo del Dap si dimettano i Segretari pensionati ed inadeguati
Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria
Pubblicato da Segreteria in Segreteria · 21/10/2019 17:23:00
"Piuttosto che chiedere le dimissioni del capo del
DAP per quanto sta accadendo negli istituti penitenziari del Paese le sigle
sindacali della Polizia Penitenziaria che puntano ascaricareognicolpasulDAPfarebberobeneafareunaseria-emai
tentata prima - autocritica innanzitutto ammettendo le responsabilità per non
essere in grado di contribuire, attraverso la concertazione seria con
l’Amministrazione Penitenziaria, e quindi attraverso proposte credibili, ad una
efficace ed effettiva tutela del personale e, contestualmente, al cambiamento
del sistema penitenziario”. Ad affermarlo è Aldo Di Giacomo, segretario
generale del Sindacato Polizia Penitenziaria per il quale “i sindacati dei
penitenziari, badando solo alle tessere, in una corsa di competizione tra sigle
e a rivendicazioni limitate, hanno perso di vista l’obiettivo centrale della
difesa del personale, diventando in questo modo co-responsabili all’attuale
deflagrazione del sistema carcerario. Il risultato è che è in atto una campagna
mediatica di delegittimazione degli agenti che non si è in grado di
contrastare, ricercando un capo espiatorio, mentre in tre anni le violenze al
personale sono aumentate del 300 per cento, i suicidi di agenti del 120 per
cento, le condizioni di lavoro sono sempre più massacranti. È ora – sostiene Di
Giacomo – di finirla di fare sindacato, tra l’altro con gruppi dirigenti per
l’80 per cento formati da pensionati e quindi senza un adeguamento ricambio
generazionale, senza affrontarei
problemi veri e intervenendo solo, con comunicati, a fatti avvenuti. Siamo
l'unico sindacato di categoria che non si è rinnovato con gli stessi dirigenti
da troppi anni, battendo persino il record dei sindacati bulgari.
L'inadeguatezza dei gruppi dirigenti delle sigle sindacali della penitenziaria
è sin troppo evidente perché non si riesce a tenere testa ai grandi cambiamento
intervenuti negli anni. Noi, invece, avviando un’autentica e trasparente
operazione verità – conclude il segretario del S.PP. – non siamo più disposti
ad assecondare questa situazione e chiamiamo tutti i colleghi, a prescindere
dalla sigla di appartenenza, a diventare protagonisti del loro nuovo sindacato
e a farsi attivi sostenitori del cambiamentocomplessivo”.