
Chi si aspettava cambiamenti
nella fase due, ossia, quella del dopo rivolte del dopo 14 morti, del dopo 25
milioni di danno, del dopo scarcerazioni facili e del dopo Basentini, resterà deluso nello scoprire che nulla è
cambiato; il carcere è ancora più
dimenticato di prima. A sostenerlo è il segretario generale del sindacato di
polizia penitenziaria S.PP. ALDO DI
GIACOMO: “tutto quello che è
successo negli ultimi mesi non è frutto di azioni nate sul momento ma che hanno origine almeno dalla gestione
Orlando. In modo graduale ai detenuti è stato
consentito tutto: dalla
sorveglianza dinamica, che ha favorito il
comando negli istituti di pena ai più forti, all’ingresso della droga che ha permesso di avere a disposizione denaro per gestire le
carcerazioni e mantenere il sistema
di walfer per le famiglie dei
carcerati; i telefonini per poter comunicare e impartire ordini all’esterno. Fino ad arrivare alle
ribellioni di cui tutti conosciamo con relative richieste e tanto di
scarcerazioni che ci hanno fatto fare un passo indietro di almeno 20 anni
nella lotta alla criminalità. Che tutto questo
potesse costituire un momento per rivedere il sistema carcerario appariva
improbabile a tutti ed infatti nulla
è cambiato, comandano sempre loro anzi dimostrano sempre più il pieno potere
nelle carceri. L’arroganza criminale
è più forte di prima, postano sui
social i video girati con il loro telefonini nelle carceri e solo nel primo
giorno di colloqui sono stati ritrovati più
di dieci telefonini e quasi 100
grammi di droga”.
Continua Di Giacomo: “se si
continua di questo passo la situazione potrebbe riesplodere anche in
considerazione dei restringimenti sulle scarcerazioni ma soprattutto per il rientro in carcere di alcuni importanti criminali.
Una prima indicazione la potremmo già avere venerdì,
giorno in cui il magistrato decide del rientro in carcere di Zagaria. I campanelli di allarme non ascoltati fino ad oggi sono stati
tanti ed i risultati si sono visti”.
Continuare su questa strada è sicuramente molto pericoloso,
possibili altre rivolte non sono da escludere conclude Di Giacomo.