
Prevista una nuova norma che consente di uscire dalle carceri con
un residuo pena di 18 mesi. Come pronta sarebbe
la norma per aumentare gli stipendi ai direttori dei penitenziari. A
comunicarlo è il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo: “sembra ripetersi
il copione della prima ondata di COVID-19 e come allora noi ribadiamo che
bisogna chiudere le carceri verso l’esterno
ossia impedire le visite con i famigliari e con tutte le figure non
indispensabili, facendoli avere contatti
solo con Skype e fornire di dispositivi protettivi tutti gli istituti
penitenziari, ma l’amministrazione penitenziaria
come allora brancola nel buio senza nessuna soluzione concreta. Il garante dei detenuti proprio
come allora chiede
di fare uscire i detenuti
perché sono troppi,
proprio come fece 8 mesi fa ed
il ministro fece di tutto per accontentarlo. Nel frattempo i casi di COVID-19
sono quasi 400 tra detenuti e personale penitenziario e sempre come allora
l’amministrazione penitenziaria studia una norma che consenta di far uscire
tutti i detenuti con un residuo pena non superiore a 18 mesi con il
braccialetto elettronico che come allora non sono disponibili. Gridare alla
vergogna sembra abbastanza inutile visto tutto quello che è successo nella
prima fase: morti, devastazioni, evasioni e 8000mila detenuti usciti dal
carcere. Dall’altra parte il
Ministero della Giustizia è pronto ad
inserire una norma che prevede l’aumento dello
stipendio dei direttori penitenziari proprio quei dirigenti che hanno visto i
loro istituti devastati. Anche per questo sembra inutile indignarsi perché è
tutto in linea con la politica del D.A.P. e
del Ministro della Giustizia ossia premiare chi non ha meriti particolari e
continua a sbagliare senza porsi neanche il
problema”.
La situazione reale purtroppo è un'altra - continua Di Giacomo - il COVID-19
dilaga nelle carceri; ad oggi i contagiati sono già il doppio rispetto alla
prima ondata, destinati ad aumentare a dismisura visto che non c’è prevenzione
reale. Pensare che basti far uscire qualche migliaia di detenuti per risolvere
il problema appare sterile e pericoloso, non è bastato nella prima fase e non
basterà neppure nella seconda. Parlare di certezza della pena in questo caso è
fuori luogo, considerato che oltre 90 detenuti pericolosi di alta sicurezza
usciti nella prima fase per paura di farli morire a causa del COVID-19 ancora
non sono rientrati e forse non
rientreranno mai. Liberare di nuovo migliaia di detenuti è diventato il modo di
risolvere i problemi o forse il modo
di non affrontarli o forse ancora peggio.
Se le premesse sono queste la seconda ondata di COVID-19 nelle carceri sarà
peggiore della prima conclude Di Giacomo.