“Meno frigoriferi a Poggioreale e più attività di formazione per
staccare i detenuti dai clan e prepararli ad una vita diversa fuori”: ad
affermarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di
Giacomo. “Invece di 400 frigoriferi, uno in ogni cella – sostiene – sarebbe
stato sufficiente un numero adeguato per un uso comune e condiviso anche
perché, per regolamento, non si capisce cosa possano conservare i detenuti. Il
resto della spesa invece andava indirizzata per l'organizzazione di corsi di
formazione professionale, per i quali i finanziamenti regionali, statali e
comunitari non sono mai sufficienti, in modo da prevenire il fenomeno del
ritorno a delinquere subito dopo la detenzione”. Nel sottolineare che “il
sindacato S.PP. è sempre favorevole a
misure, azioni che migliorino le condizioni di vita dei detenuti” Di Giacomo
evidenzia che “ciò è ancora più importante a Poggioreale che abbiamo
considerato e continuiamo a considerare, nonostante gli attacchi polemici che
subiamo, da abbattere. Poggioreale è un carcere
dove lo Stato ha fallito ed è per questo
che torniamo fortemente a chiedere che venga chiuso quanto prima ricordando a
chi, solo qualche settimana fa ci ha accusati di avere una visione distorta
della realtà, che la politica dello struzzo non ripaga mai, la realtà va
guardata in faccia ed affrontata. Noi del Sindacato Polizia penitenziaria non
ci siamo mai nascosti, abbiamo sempre denunciato le inefficienze del sistema,
ed è per questo – afferma - che svolgiamo continue iniziative, ultima la
settimana scorsa, per tenere sempre alta l'attenzione su questo carcere,
simbolo dell’“emergenza” più acuta del sistema penitenziario italiano”.
“Sono l’unico che non ha mai messo in discussione
l’impegno e il sacrificio del personale in servizio a Poggioreale come in tutti
gli altri istituti di pena del Paese, di quanti si prodigano per salvare vite
umane, nel tentativo di interpretare l’angoscia degli agenti che lavorano in
condizioni di forte stress e si interrogano se riusciranno ad impedire suicidi,
aggressioni, violenze tra detenuti. Non per questo continuo a denunciare la
drammaticità della situazione del carcere napoletano, che sarà pure il più
grande d’Europa ma non ha alcuna giustificazione ed alibi – continua Di Giacomo
– per responsabilità istituzionali che appartengono al DAP e al Ministero di
Grazia e Giustizia e politiche che appartengono ai Ministri che si sono
succeduti negli anni. Inoltre – dice Di Giacomo – la psicosi del sovraffollamento, che si è impadronita del Ministero e dell’Amministrazione
Penitenziaria che ci vorrebbero far credere sia l’unico problema da affrontare,
fa brutti scherzi”.
Per il S.PP. “altro che costruire
nuove carceri, come il progetto di Nola in Campania con le celle aperte; bisogna
mettere fine a questo sistema carcerario tipicamente italiano che rappresenta
un pericolo per i cittadini e più direttamente per il personale penitenziario,
di fatto delegittimato dalle sue funzioni e dai suoi compiti. Altrimenti meglio
nuovi alberghi”.