
“L'assistente capo Ruggiano, in servizio presso l’Icam-San Vittore di Milano, che ha salvato la vita
alla piccola figlia di una detenuta, non è un eroe per un giorno, ma il simbolo
migliore del lavoro, oscuro e prezioso, di tutti gli agenti penitenziari che
salvano tante vite umane, in particolare di detenuti che tentano il suicidio”.
Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo
Di Giacomo, sottolineando che “il gesto ha un significato ancora più rilevante
perché in concomitanza con la manifestazione di oggi a Roma per richiamare
l'impegno sulle condizioni di lavoro e di vita del personale penitenziario che
registra la completa insensibilità del Ministro Grazia e Giustizia che non ha
mostrato alcun interesse. Quello stesso Ministro Bonafede che si è limitato a
congratularsi, con una telefonata, con l'agente e che invece dovrebbe, come
minimo riconoscimento, disporre un encomio ufficiale. Ma la storia a lieto fine
avvenuta all'Icam- San Vittore Milano
– aggiunge il segretario del S.PP. -
ribadisce la necessità non più rinviabile di chiudere tutti gli Icam e di
“liberare” i bambini che vivono in cella con le loro madri. Vorrei ricordare che questa battaglia di
civiltà come sindacato la stiamo sostenendo da tempo con il risultato, assai
deludente, che il Ministro Bonafede dopo le nostre pressioni ci ha fatto
ricevere da un suo delegato ma senza alcun risultato”.
Nel riferire che secondo i dati più recenti sono 2.666 le donne
detenute rispetto ad una popolazione carceraria complessiva di 60.741 detenuti
e che sono 48 le detenute con 52 bambini (25 sono straniere), Di Giacomo
sostiene che “è una situazione di autentica barbarie che va rapidamente rimossa
perché i bambini non possono e non devono condividere la cella con le madri.
Come mancano spazi dedicati alle attività femminili e alle problematiche di
genere aggravando le condizioni della detenzione. I bimbi in cella sono 15
nel “”Lauro-Icam” (Campania) e, tra i più numerosi, 10 a Rebibbia-Roma e 10 a
San Vittore-Milano. Una intollerabile e vergognosa situazione di violenza
perpetrata a bambini che si protrae nonostante gli impegni e le assicurazioni venute dopo il tragico
fatto di Rebibbia quando una detenuta uccise i suoi due figli, soprattutto
l’infanzia la più indifesa in un Paese che pure continua a definirsi civile”.