
Così
Aldo Di Giacomo segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria
S.PP.: “Bravi sicuramente i colleghi
nella scoperta che testimonia, ancora una volta, la professionalità e la dedizione che
sempre contraddistingue la Polizia Penitenziaria. La particolarità che abbiamo
premura oggi di evidenziare è che i cellulari ritrovati
presentano piccole batterie a carica solare che senza dubbio dimostrano
quanto le tecnologie atte ad eludere
il sistema e le norme progrediscono, divenendo
sempre più all’avanguardia, mentre le risposte dello Stato a tali
comportamenti criminali sempre più
inefficaci nel tempo. L’introduzione della norma che prevede una vera e propria configurazione di reato nell’ipotesi
in cui si introduce o si tenti di introdurre
un telefono in carcere, sebbene punisce sia chi dall’esterno cerca di
introdurre il telefono sia il detenuto
che lo detiene, evidentemente non basta a scoraggiare l’effettiva messa in atto di questi comportamenti criminali, rendendo necessario inasprire severamente le pene ed
aumentare, nel contempo, la spesa di strumenti
tecnologici volti al ritrovamento.”
Continua
Di Giacomo: “Da tempo sostengo che per i criminali è una consuetudine diffusa impartire ordini con i telefonini
e che le carceri siano ormai divenute luogo di
ristoro sicuro. Il tempo del buonismo deve finire: è ora che la politica,
anziché continuare nello
smantellamento del 41bis in sfregio
e doppia beffa delle vittime
e dei familiari delle vittime,
dia risposte sicure in merito
a tutte le disfunzioni del sistema carcerario.”