
Per
Aldo Di Giacomo Segretario Generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP.: “La scoperta non ci sorprende
affatto. Non siamo per nulla stupiti dal focolaio in considerazione che la
terza ondata è ormai certa e sarà più forte e più violenta delle precedenti.
Per tale motivo riteniamo che, anche al fine di tutelare gli stessi detenuti, è
necessario limitare le attività al più stretto necessario e soprattutto
effettuare screening settimanali sottoponendo a tampone i Poliziotti
Penitenziari che potrebbero essere i primi a portare il virus all’interno delle
mura e paradossalmente contagiare quanti con cui vengano a contatto all’esterno
delle mura, in primis le famiglie. Abbiamo scritto pertanto al Ministro
Bonafede evidenziando l’esigenza dei presidi che da soli non basteranno: c’è
bisogno che sia data nel più stretto tempo possibile l’opportunità di
effettuare il vaccino anti covid-19 al Personale Penitenziario e ai ristretti.
Le carceri non sono ambienti chiusi: tutti coloro che vi lavorano hanno
famiglie e contatti sociali.”