
Per
Di Giacomo “non è più sufficiente condividere la nostra preoccupazione ma
bisogna procedere all’organizzazione
immediata di Open Day di vaccinazioni nelle carceri proprio come accade fuori. Continuiamo a mettere
in guardia su ulteriori ritardi che si sommano a quelli già accumulati da mesi. Si sta ripetendo lo stesso grave
errore di sottovalutazione compiuto
con l’avvio della prima fase di vaccinazione anti-Covid: per la somministrazione
della dose booster (cosiddetta terza dose) del vaccino – evidenzia Di
Giacomo - non c’è alcuna corsia preferenziale per il personale
penitenziario e i detenuti. E se qualcuno pensasse che attualmente sia sufficiente
il Green Pass deve ricredersi perché non è così: la sicurezza di detenuti
ed agenti si garantisce con tutta una serie di strumenti e comportamenti
di rigorosa prevenzione e con un monitoraggio costante della diffusione del virus”.
Il
segretario del Sindacato Penitenziari rinnova l’appello ai Ministri alla Salute
e di Grazia e Giustizia perché nella
circolare (Ministro Speranza) si prevede la somministrazione della dose booster
anche alla fascia d'età tra 40 e 59 anni - dopo almeno 5 mesi dal completamento del ciclo primario -
"in considerazione dell'aumentata circolazione del virus SarsCoV2, che ha determinato un incremento
dell'incidenza di nuove infezioni", ma
non c’è indicazione sulle priorità che riguardano agenti e detenuti.
Gli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa
e resilienza (Pnrr) sul tema del carcere sono
in totale 132,9 milioni di euro, utilizzabili dal 2022 al 2026 per la
“costruzione e il miglioramento di
padiglioni e spazi per le strutture”. Si cominci a spendere per rafforzare in strutture e personale il sistema di tutela
della salute che registra carenze storiche ancor più allarmanti per la situazione Covid”.