“Nonostante le lunghe e meticolose indagini
hanno documentato “numerosi
episodi durante i quali la maestra
picchiava e minacciava i bambini" a "ogni minimo atto di disobbedienza", per l’educatrice che ha operato nel
Valdarno Aretino è scattata solo l’interdizione
dall'esercizio della professione per
12 mesi. Siamo difronte
all’ennesimo caso di “non tutela” dell’infanzia”. È il commento del segretario generale del
Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo
Di Giacomo che da mesi sta
conducendo una campagna prima per l’installazione di sistemi di
videosorveglianza in asili, scuole dell’obbligo, centri e strutture di
assistenza ad anziani e disabili e successivamente, insieme ad
associazioni ed organismi della
società civile, la campagna “Noi le vittime, loro i carnefici” per fare chiarezza sulla grande confusione che
regna nelle carceri e fuori tra chi
subisce violenze e chi li commette. È
soprattutto l’infanzia – dice Di
Giacomo - la più indifesa in un Paese che
pure continua a definirsi civile. Quell’infanzia che subisce le violenze
fisiche e morali di maestre senza
scrupoli, episodi che, nonostante la normativa tutta ancora da attuare,
dell’installazione dei sistemi di videosorveglianza in asili e scuole, si
ripetono continuamente.
Per
Di Giacomo “non basta l’indignazione; occorre una forte reazione da parte delle
istituzioni che hanno il dovere di tutelare l’infanzia, delle famiglie, dell’associazionismo come di ogni
cittadino. Un primo segnale può
venire dall’introduzione di norme che prevedano
pene severissime, in questo caso se vi saranno prove certe non meno di vent’anni
per chi si è reso partecipe
di un reato così vergognoso.
Passaggio contestuale: l’inasprimento delle pene senza ripetere quanto già accaduto, come per l’educatrice della provincia di Arezzo, per altre maestre scoperte da telecamere a picchiare
bimbi e per le quali è stato applicato
il semplice obbligo di firma, prevedendo l’arresto
in carcere in attesa di giudizio e no gli arresti
domiciliari/obblighi di firma. Stessa severità
va assicurata per quanti, dirigenti
statali, amministratori pubblici e funzionari di servizi scolastici, che avrebbero
dovuto svolgere di vigilanza
per garantire il benessere psico- fisico dei bambini, non
lo hanno fatto”.