
È quanto
afferma il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale “il personale
penitenziario ha necessità, prima di tutto, di lavorare
in serenità in condizioni
che negli ultimi tempi sono diventate sempre più complesse e stressanti. Come abbiamo detto per i fatti di Santa
Maria Capua Vetere – aggiunge - se ci sono responsabilità
accertate si proceda senza sconti per nessuno e senza però accanirsi sul resto del personale che presta la propria
opera al servizio dello Stato. Il clima di sospetto ha infatti l’effetto
di contribuire ad accrescere la campagna di delegittimazione
del personale di Polizia Penitenziaria che si è diffusa dentro e fuori le carceri
dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere. Le sempre più numerose aggressioni e violenze di detenuti agli agenti potrebbero diventare un
rischio molto serio specie se a questo si aggiungesse la diffusione di una
sorta di demotivazione da parte del personale stesso finito in una quotidiana campagna mediatica di attacco”.
Per Di Giacomo:
“è dunque indispensabile mostrare grande attenzione alla nuova situazione che si è creata per le
condizioni psicologiche di lavoro di circa 37mila uomini e donne che quotidianamente si trovano a fronteggiare
vecchi e nuovi problemi di vigilanza
e controllo, se non si vogliono delegare ai delinquenti.
Non si
sottovaluti che la criminalità organizzata che in più occasioni ha dato prova
di manovra negli istituti
penitenziari, come è accaduto nella lunga stagione delle rivolte, durante
la fase dell’emergenza pandemica, è sempre pronta a raccogliere ogni opportunità per riaffermare la “presenza” e sfidare con il personale
penitenziario direttamente lo Stato”.