
Piuttosto –
aggiunge –non si poteva scegliere occasione migliore per varare, con il voto di
fiducia di questa notte in Parlamento, la riforma della giustizia che produrrà
lo sfollamento di celle mentre ci si accanisce contro uomini e donne in divisa
che svolgono il proprio lavoro a servizio dello Stato. Si badi bene gli undici
agenti di polizia penitenziaria sospesi per il processo per asserite torture ad
un detenuto tunisino sono finiti da due anni nell’attenzione della magistratura
e sono ancora in attesa di sentenza definitiva. Ciò accade mentre si
introducono nuovi vantaggi e benefici garantisti per chi già è in carcere o
come il personale di San Gimignano ha subito una sentenza di primo grado.
Che
giustizia è questa! Non si tratta per noi – dice Di Giacomo – di difesa di
ufficio di colleghi ma piuttosto di affermare il principio del garantismo che
non può essere a senso unico provocando proteste ed indignazioni di politici,
intellettuali solo a favore dei detenuti”.
Quando il Ministro Cartabia
parla di grande compito di rieducazione dei detenuti – continua il segretario
del S.PP. – questo non può certamente ricadere sugli agenti e il personale
tutto, perché il vero nodo della crisi da tutti riconosciuta del sistema
carcerario e giudiziario consiste in circa 12mila detenuti che entrano ed
escono dai nostri istituti penitenziari. Un numero destinato con la riforma a
crescere in maniera esponenziale. Le istituzioni e la politica farebbero bene
ad occuparsene non solo quando ci sono eclatanti fatti di cronaca”.