
L'assenza
della politica – ha detto – non mi sorprende perché la politica
sta dando il peggio di sé con i
giochetti sulla prescrizione. E se non bastasse i politici stanno dando
ulteriore prova di confusione: oggi
il Consiglio dei Ministri deciderà di estendere l’uso
della pistola ad impulsi elettrici per polizia, carabinieri e guardia di
finanza, ma non per la polizia penitenziaria nonostante i casi, purtroppo
quotidiani, di aggressione. Cosa dobbiamo aspettarci ancora dopo il morso del
boss mafioso Leoluca Bagarella ad un agente penitenziario? Un gesto per attirare l'attenzione sulla questione dell'abolizione del 41 bis, un'abolizione di
cui si parla tanto e che ha terreno fertile in questo governo. Di Giacomo ha
quindi spiegato che la scelta di tenere la prima conferenza stampa del nuovo anno davanti al carcere di
Poggioreale non è casuale: “Ho voluto iniziare la nuova campagna di protesta da Napoli e da Poggioreale perché è questo il carcere simbolo del
fallimento totale dello Stato in quanto la
criminalità organizzata – dai clan
mafiosi, di 'ndrangheta, camorra agli ultimi arrivati della mafia nigeriana -
controlla gran parte degli istituti con la “resa incondizionata” dello Stato. “Il
tentativo della politica e degli altri sindacati si isolarmi, di isolare una
voce che racconta quotidianamente la verità su quanto accade a Poggioreale come
in tutte le carceri italiane – dice Di Giacomo – non può raggiungere alcun
risultato perché ho sentito in queste ore la solidarietà e l'incoraggiamento
del personale penitenziario, degli appartenenti a tutte le forze dell'ordine e dei cittadini. Anche
l'Amministrazione Penitenziaria che – aggiunge – ha già raccolto e sostenuto
alcune delle nostre principali richieste non mi ha fatto mancare la vicinanza
istituzionale. Non mi meraviglia piuttosto l'atteggiamento
della politica troppo presa dal difendere interessi di pochi, troppo rissosa perché
la giustizia è solo l'occasione per
fare i conti interni all'attuale
maggioranza di governo e tra destra, sinistra, centro, aggravando il caos nelle
carceri diventate lo strumento di
scontro politico. Se lo Stato ha ammainato bandiera bianca e delegato il
controllo degli istituti penitenziari ai capi clan, noi non ci rassegniamo affatto, siamo e saremo a tutela della
legalità, dell'autentica giustizia, della sicurezza dei poliziotti penitenziari
e dei cittadini”.