
“Il calo di casi di Covid al 10 maggio rispetto
alla precedente rilevazione dell’Amministrazione Penitenziaria sia tra il personale
penitenziario (1014 in totale) che tra i detenuti
(713 complessivi) non deve far abbassare la guardia perché permangono tra i detenuti “picchi” preoccupanti come negli
istituti di Porto Azzurro (73), Cosenza (57), Roma Regina Coeli (32), Gela (22)”. A riferirlo
è il segretario generale del Sindacato Polizia
Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo aggiungendo che “mentre
Ministero alla Salute ed autorità
sanitarie regionali e locali invitano alla prudenza e a continuare nelle misure
di prevenzione, nelle carceri è del
tutto incomprensibile l’atteggiamento di sottovalutazione. Non dimentichiamo che in carcere
è sempre più difficile procedere
con misure di isolamento dei positivi a causa dei noti problemi
strutturali e pertanto
è necessario rafforzare la vigilanza, il controllo sui positivi.
Dal primo maggio scorso con le misure decise dal Governo accade che se le
mascherine sono sempre obbligatorie
in ospedali, Rsa, strutture sanitarie e luoghi sensibili, con presidi di sicurezza, non è la stessa cosa per le carceri. Eppure proprio nei penitenziari c’è almeno un terzo dei detenuti che ha condizioni
di salute fragile, in buona parte per la difesa immunitaria più bassa e si registra la presenza di almeno 300
over 60. Tutto questo pone non pochi rischi per il personale, le loro famiglie
e i detenuti senza sottovalutare ulteriormente che l’emergenza pandemica è in stretta relazione
con la sicurezza degli istituti penitenziari
diventando la potenziale molla per proteste e rivolte, come è accaduto nella stagione delle rivolte del 2020. Da parte nostra – aggiunge Di Giacomo –
rinnoviamo l’appello
all’Amministrazione Penitenziaria e ai Ministeri Giustizia e Salute a disporre
misure urgenti che consentano di
rialzare il livello di guardia evidentemente abbassato dopo le prime due ondate di diffusione della
pandemia con evidenti situazioni di riduzione dei livelli di prevenzione. Questo significa massimo
rigore nel controllo degli ingressi dall’esterno senza limitarsi alla misurazione della temperatura e il
ripristino dell’obbligo di mascherina Fp2.
Sollecitiamo pertanto i Ministri Cartabia e Speranza a dare disposizioni alle
direzioni degli istituti
penitenziari”.