
“Il
gioco dello scaricabarile, da sempre tipico della politica italiana, non avrà
mai fine. Ma per il sistema
penitenziario del nostro Paese
provoca danni irreparabili. Così accade che se “è semplice” attribuire alla
polizia penitenziaria responsabilità per i fatti di Santa Maria Capua Vetere, la vicenda della detenuta che
partorisce in cella a Rebibbia è colpa di altri, la crescente presenza
nelle carceri di psichiatrici e tossicodipendenti
è colpa di altri, i continui suicidi di detenuti è colpa di altri. E potremmo
continuare l’elenco di problematiche gravissime, con le quali i nostri colleghi
fanno i conti ogni giorno, sulle quali la responsabilità ricade sempre sugli altri”. È quanto afferma Aldo Di Giacomo
segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria
S.PP.: “Non ce ne voglia la Ministra Cartabia ma proprio come abbiamo fatto per tutti quelli che al Ministero
Grazia e Giustizia
l’hanno preceduta non facciamo
sconti a nessuno. Tanto più se la Ministra-illustre Costituzionalista continua ad ignorare le emergenze delle nostre carceri
pensando che amnistia,
indulto, riduzione delle pene possano
come una bacchetta
magica risolvere tutto. E poi chiediamo
a lei e al Premier Draghi: che fine hanno fatto tutte le belle promesse pronunciate nella “storica” visita a Santa
Maria Capua Vetere per nuove assunzioni di personale
penitenziario, attività di formazione, nuovi strumenti per gli agenti e nuovi padiglioni? Anche se Ministro e Premier non sono politici
di professione stanno seguendo la stessa strada dei politici
che da troppi anni, oltre a scaricare responsabilità, fanno promesse
da marinaio”.
Continua
Di Giacomo: “Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando i ragazzi dell'istituto penale per i
minorenni di Nisida ha usato parole condivisibili: “La detenzione è come una cicatrice che nel corso del tempo
scompare. L'importante è che non sia
in alcun caso motivo di emarginazione, accantonamento, preclusione". A lui
ci rivolgiamo perché eserciti le funzioni istituzionali più alte per chiedere conto a Governo e Parlamento del loro operato, in
particolare perché la riforma della giustizia
si completi con la riforma del sistema penitenziario, accogliendo le
nostre storiche proposte. Al
Presidente Mattarella, con azioni ed iniziative incalzanti, chiederemo che lo Stato dimostri la sua presenza nelle
carceri, a partire dal rispetto della dignità dei suoi servitori, il personale
penitenziario”.