“Il primo morto del 2022 per Covid tra gli agenti penitenziari avvenuto ieri a Milano, un assistente capo coordinatore prossimo alla pensione Sergio C. in servizio presso l’istituto di San Vittore, deve necessariamente alzare la guardia sulla velocissima diffusione della pandemia nelle carceri che ad oggi registra circa 1500 positivi tra personale penitenziario e circa 1300 tra i detenuti”.
Lo denuncia il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo aggiungendo che “in termini di vite umane è pesante il numero di vittime dei servitori dello Stato che indossano differenti divise a riprova che si fa troppo poco per tutelarli.
Negli istituti penitenziari – aggiunge – non si dispone nemmeno di mascherine Fpp2, di strumenti per misurare la temperatura corporea e di presidi adeguati a contenere la diffusione del virus.
Per non parlare dell’impossibilità di disporre negli istituti di ambienti per l’isolamento dei detenuti positivi e dell’assoluta carenza di personale medico e specialistico.
È di oggi la segnalazione della Garante dei Detenuti di Caserta Emanuela Belcuore attraverso un sito web di news di Caserta di cosiddette “celle miste” nel carcere di Santa Maria Capua Vetere con detenuti negativi che condividono gli stessi spazi con i positivi.
È una denuncia che l’Amministrazione Penitenziaria deve accertare il più rapidamente possibile per correre ai ripari.
Per tutelare la salute di tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine – continua il segretario del S.PP. – vanno velocizzate le operazioni di somministrazione della terza dose di vaccino anche attraverso Open Day nelle carceri, nelle caserme, sui posti di lavoro.
Continuiamo a sollecitare i Ministri Cartabia e Speranza a superare disattenzioni, sottovalutazioni e ritardi che si sommano a quelli già accumulati da mesi.
Si sta ripetendo lo stesso grave errore di sottovalutazione compiuto con l’avvio della prima fase di vaccinazione anti-Covid mentre crescono preoccupazioni e tensioni rispetto al fatto che in un mese i contagi nelle carceri, sicuramente anche per effetto della nuova variante, hanno raggiunto l’incremento del 150%”.