Si parte il 27 dicembre: in tutta Europa, in quella data, inizierà la somministrazione del vaccino anti Covid.
L’annuncio è stato dato dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, e subito rilanciato in Italia dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e dal commissario Domenico Arcuri. “Il 27 dicembre sarà un bel giorno per l’Italia e l’Europa.
Serve ancora prudenza e il percorso non sarà breve. Ma con l’inizio delle vaccinazioni finalmente siamo sulla strada giusta”, ha scritto su Twitter, Speranza.
Solo che il percorso, oltre a non essere breve, allo stato attuale, appare anche tutto in salita: molte, infatti, restano le incertezze sul come, a chi e quando.
Ciò che appare assodato è che i primi a ricevere la vaccinazione, come ovvio, saranno gli operatori della sanità.
Poi si inizierà con “gli 11 milioni di abitanti che hanno più di sessant’anni, a partire dai più anziani in giù”, ha spiegato Arcuri in un’intervista al Corriere della Sera di oggi.
“Nella seconda fase di vaccinazioni dovranno rientrare anche i lavoratori che svolgono servizi essenziali che li mettono a rischio: forze dell’ordine, scuola, trasporto pubblico e anche le carceri”.
Arcuri ha rassicurato anche sulla logistica della distribuzione.
”Ci sono gli hub, la dotazione delle celle frigorifere e il sistema di distribuzione è già pronto a partire”, ha detto.
Il governo non ha ancora incontrato i medici. Tutto a posto e pronto, quindi? Mica tanto.
Perché poi, quando si esce dalle auto celebrazioni del governo e del commissario, la situazione appare un tantino diversa.
Ad oggi, per esempio, ancora non è chiaro chi poi somministrerà i vaccini. La Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) ha dato piena disponibilità, ma ancora non ha incontrato il governo.
Ne ha un appuntamento fissato. “A giorni dovremmo avere un incontro con il ministro Speranza per capire come possiamo collaborare”, ha spiegato il presidente Filippo Anelli, respingendo anche l’accusa ai medici di non essere disponibili fare i vaccini.
Il sindacato: “A rischio l’assistenza domiciliare”.
È stato poi il sindacato dei camini bianchi, Fimmg, a chiarire che il bando del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri per il reclutamento online di 3mila medici e 12mila infermieri da utilizzare a tempo determinato per la somministrazione dei vaccini anti Covid, “rischia di pesare negativamente sull’assistenza territoriale”.
A finire sguarnite infatti potrebbero essere le guardie mediche; gli studi dei medici di famiglia con incarichi temporanei; gli ambulatori di medicina generale che potrebbero trovarsi senza infermieri.
L’incognita della copertura finanziaria.
Considerata la difficoltà a reperire personale sanitario del nostro Paese, “quando si attivano queste iniziative è fondamentale chiedersi a chi si sottrae l’operatore che sceglierà di aderire al bando”, ha spiegato il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, per il quale inoltre il reclutamento attraverso le agenzie interinali rappresenta “un modello inaccettabile, che apre uno scenario preoccupante anche per il futuro della contrattazione”.
Tutto questo senza tenere conto del fatto che la copertura per questo personale sanitario dovrebbe arrivare da un emendamento alla manovra che attualmente resta più che incerto.