I contagi sono arrivati quasi a quota centoventi tra i Poliziotti Penitenziari e i detenuti. Necessario sfollare e vaccinare.
Non si arresta il virus nel carcere di Reggio Emilia che nel corso di questa terza ondata si manifesta più violentemente rispetto alle precedenti.
Da quanto appreso sembra siano risultati positivi quasi cento detenuti, per sei dei quali si è dovuti ricorre al ricovero ospedaliero.
Oltre venti è la quota dei Poliziotti Penitenziari contagiati ed altrettanti in isolamento fiduciario, dato che desta non poche criticità alla sorveglianza e alla gestione organizzativa del carcere.
A darne notizia è Aldo Di Giacomo segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP.: “La parola d’ordine è ‘vaccinare’ e farlo nel tempo più rapido possibile, dando in tal modo finalmente una risposta concreta alla dedizione e alla professionalità di tutti coloro che continuano a lavorare in prima linea rischiando la vita.
Va assolutamente velocizzata la somministrazione dei vaccini nelle carceri di tutto il territorio nazionale cosicché, al pari di quanto accaduto nelle RSA, possa essere ridotto e arginato il pericolo di ulteriori focolai. Siamo ad aprile, ma soffermandoci sulla popolazione ristretta sono stati vaccinati solamente circa 6.000 detenuti su 54.000.
Al fine di minimizzare i tempi e provare a recupere il notevole ritardo, sarebbe opportuno somministrare Johnson & Johnson di cui per l’immunità è prevista una sola somministrazione rispetto ad AstraZeneca che prevede due iniezioni.” – continua Di Giacomo – “Nel caso di Reggio Emilia è indispensabile monitorare costantemente l’andamento dei contagi mediante esecuzione di tamponi molecolari, ripetuti a distanza di tempo, sia per il personale che per la popolazione ristretta.
Vista l’esplosività del focolaio potrebbero iniziare a mancare i posti in isolamento sanitario dunque pare opportuno, così come è avvenuto ed avviene in altri istituti penitenziari, valutare la possibilità di uno sfollamento al fine di contenere i contagi e salvaguardare sia coloro che non sono stati contagiati e sia la comunità esterna alle mura del carcere.
Ad ogni modo se il piano vaccinale non viene portato avanti in modo più rapido nelle carceri, il rischio contagi potrebbe sfociare in gravi pregiudizi all’incolumità di detenuti e di Poliziotti.”