20 marzo 2017 Vigilanza dinamica, evasioni poste in essere da persone detenute e continui episodi di violenza perpetrati in danno di Poliziotti Penitenziari. Del Segretario Generale Dott. Aldo Di Giacomo

Attività, Comunicati

Aldo Di GIACOMO, Segretario Generale del Sindacato Polizia Penitenziaria “S.PP.”, in riferimento agli ultimi eventi che sempre più nell’ultimo periodo stanno caratterizzando l’andamento dell’Amministrazione Penitenziaria – evasioni poste in essere da persone detenute e continui episodi di violenza perpetrati in danno di Poliziotti Penitenziari – intervenendo solleva dubbi circa l’efficacia della azione che la predetta Amministrazione sta ponendo in atto in materia di vigilanza e sicurezza delle strutture penitenziarie.

Precisa Di GIACOMO: “i nuovi modelli di vigilanza, tanto pubblicizzati e sponsorizzati negli ultimi anni, stanno mostrando in toto la loro non applicabilità al nostro attuale sistema penitenziario; con questo non vogliamo dire che non siano validi, ma di certo risultano essere poco confacenti alle attuali e reali condizioni delle nostre carceri. L’abbassamento progressivo dei livelli di vigilanza, unitamente allo stato vetusto delle strutture penitenziarie e alle scarse risorse investite nell’ammodernamento non solo strutturale ma anche tecnologico delle strutture stesse, sta portando agli odierni risultati. Le evasioni sono di fatto il frutto dell’abbassamento dei livelli di sicurezza.

E’ impensabile di voler sostituire ciò che l’uomo può garantire in termini di controllo con sistemi di video sorveglianza o altri sistemi di allarme, che, sebbene diano garanzie nelle nostre strutture, dopo pochi mesi dalle installazioni di fatto risultano essere non funzionanti o parzialmente funzionanti, ciò a causa delle scarse risorse economiche investite anche in termini di manutenzione.

E’ doveroso portare all’attenzione degli organi competenti e della società civile la necessità di procedere ad un ammodernamento delle strutture penitenziarie, in primo luogo gli interventi dovrebbero garantire idonei adeguamenti strutturali che, oltre ad adeguare gli stabili a quegli standard previsti dal DPR 230/2000,nonché ai nuovi criteri antisismici, garantiscano anche la progressiva introduzione di sistemi tecnologici finalizzati alla sostituzione, in termini di controllo, degli operatori penitenziari. Molte sono le carceri ove le cinta murarie risultano essere totalmente prive di uomini addetti alla vigilanza e dove non sono presenti sistemi di video sorveglianza funzionanti o sistemi di anti intrusione o antiscavalcamento; è ovvio che tali situazioni, unite a quella che oggi è chiamata vigilanza dinamica, permettono alle persone detenute che hanno l’intento di voler evadere di poter ben organizzare la realizzazione di tale evento.

Ritengo necessario, almeno sino a quanto non si è proceduto al reale adeguamento di cui sopra, richiede il supporto degli uomini dell’Esercito, che potrebbero essere impiegati a garantire la vigilanza armata degli istituti di pena, o in servizi di ronda armata intorno alle cinta murarie delle carceri del nostro Paese, in tal modo, è nostra ferma convinzione, si ridurrebbero drasticamente le evasioni dagli istituti penitenziari. Nell’ultimo periodo, come sopra accennavo, l’Amministrazione Penitenziaria sta gradualmente introducendo un nuovo sistema di vigilanza che è stato chiamato VIGILANZA DINAMICA, di fatto tale sistema prevede che i detenuti si autogestiscano e, di conseguenza, i controlli del personale di Polizia gradualmente sono stati ridotti. Bene, in conseguenza all’introduzione di questo nuovo sistema di vigilanza, si è avuto un’esponenziale aumento delle aggressioni da parte di detenuti nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria, di fatto non c’è giorno che passi senza registrare azioni violente perpetrate da detenuti in danno dei Poliziotti operanti nelle carceri del nostro Paese.

Sono altresì aumentati drasticamente anche gli eventi critici legati alle aggressioni tra gli stessi detenuti e in alcune carceri ove è vigente la cd. VIGILANZA DINAMICA, si è constatato che alcuni ristretti si siano organizzati in vere e proprie bande atte ad assumere mediante atti violenti la supremazia ed il controllo sulla restante popolazione detenuta. Il nostro sistema penitenziario non è pronto, il nostro sistema penitenziario ha bisogno di essere ammodernato, il nostro Paese ha bisogno di un radicale cambiamento anche culturale in materia di esecuzione penale; sarebbe opportuno porre in campo politiche serie che tendano si ad offrire le opportunità previste dalle Leggi alle persone detenute, ma che allo stesso tempo riescano a garantire sicurezza sociale.

E’ inutile continuare a proporre ad un sistema innovazioni inapplicabili o deleterie, senza un reale confronto con chi come noi viviamo giornalmente la realtà delle carceri, che siamo vicino a quelle che sono le aspettative di un intero comparto lavorativo ed anche alle aspettative di tutte quelle persone che a noi sono affidate, il carcere non è qualcosa di cui si deve parlare sono nei momenti emergenziali, il carcere è un riflesso della nostra società ed è parte integrante di essa e come ogni altra cosa può essere modificata in meglio, ma per fare questo, le riforme non devono essere calate dall’alto, ma costruite dal basso con il coinvolgimento di conosce bene le reali condizioni in cui il sistema attualmente versa.” Aldo Di Giacomo

Il Segretario Generale

Dott. Aldo Di Giacomo

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