“Il richiamo alle condizioni indegne in cui lavora il personale penitenziario, la volontà di rimettere al centro il principio della certezza della pena, il pensiero rivolto ai 71 suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno, l’impegno per un nuovo piano carceri: l’intervento della Premier Giorgia Meloni in Parlamento è un buon esordio”.
Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, esprimendo un giudizio positivo sui primi impegni del programma del nuovo Governo sui problemi che riguardano la polizia penitenziaria e il sistema carcerario.
“In risposta alle interlocuzioni che abbiamo avuto come sindacato dopo la campagna condotta quest’estate attraverso il tour tra una sessantina di penitenziari – aggiunge – sono già venute indicazioni concrete su come intende procedere Meloni.
Siamo certi che nei primi cento giorni di governo non mancheranno segnali di discontinuità con l’operato segnato dalla precedente negativa esperienza della Ministra Cartabia che ha aggravato una situazione già fortemente segnata dall’emergenza.
Non c’è più tempo da perdere e le prime dichiarazioni della Premier – sostiene Di Giacomo – lasciano ben sperare sulla effettiva volontà di voltare pagina specie dopo l’impegno non mantenuto di realizzare otto nuovi padiglioni penitenziari.
Noi la mettiamo in guardia: non basta “stracciare” la cosiddetta riforma Cartabia e le circolari contradditorie ed inutili del DAP.
Ci sono azioni, misure, provvedimenti che si possono e si devono attuare subito, perché più passa tempo e più l’illegalità si diffonde con il rischio di ripetere quanto accaduto con le rivolte nella primavera del 2020.
Da servitori dello Stato l’impegno del personale penitenziario è rivolto a far rispettare la legalità e al contrasto a mafia e criminalità che, a nostro parere, deve svolgersi a partire dalle carceri.
Ma chiediamo di essere messi nelle condizioni di poterlo fare”.