Un quadro allarmante emerge dalle carceri siciliane, dove la tensione è “alle stelle” e i numeri raccontano di un sistema penitenziario sotto pressione.
Il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria (S.PP.), Aldo Di Giacomo, al termine di un’ispezione tra i principali istituti dell’isola, lancia un grido d’allarme: “Il mio viaggio tra le principali carceri siciliane certifica che lo Stato, con la perdita del controllo degli istituti penitenziari dell’isola, perde anche due volte fuori lasciando alle mafie campo libero”.
Le osservazioni di Di Giacomo confermano una situazione di estrema criticità e riecheggiano l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “So che ogni giorno cercate di assolvere con sacrificio e con professionalità il vostro impegno, reso ancor più difficile dalle preoccupanti condizioni del sistema carcerario, contrassegnato da una grave e ormai insostenibile condizione di sovraffollamento, nonché dalle condizioni strutturali inadeguate di molti istituti, nei quali sono necessari interventi di manutenzione e di ristrutturazione, da intraprendere con urgenza, nella consapevolezza che lo spazio non può essere concepito unicamente come luogo di custodia, ma deve comprendere ambienti destinati alla socialità, all’affettività, alla progettualità del trattamento”
“Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ha dichiarato Di Giacomo- al quale rinnoviamo la profonda gratitudine per l’impegno a tutela della polizia penitenziaria, qui in Sicilia hanno un significato del tutto speciale. Il Capo dello Stato lancia quell’allarme che noi da tempo abbiamo sostenuto: le carceri da luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra per nuovi reati, in palestra di addestramento al crimine“.
E purtroppo, è proprio questo che si sta verificando in Sicilia. Tra i quasi 7.000 detenuti presenti sull’isola, si registrano casi di rivolta e “focolai di rivolta”, aggressioni ai danni degli agenti e tentativi di evasione. Le carceri siciliane sono, a detta del sindacalista, “in subbuglio”. La situazione è aggravata dalla cronica carenza di personale della Polizia Penitenziaria, un fattore che limita drasticamente la capacità di contrastare l’introduzione diffusa di telefoni cellulari nelle celle.
Questi dispositivi sono, secondo Di Giacomo, “strumenti utilizzati dai mafiosi per continuare a gestire i propri affari“. Il Segretario generale del S.PP. sottolinea l’urgenza di un intervento: “Per tutto questo – sottolinea Di Giacomo – la mia iniziativa non mi consente solo un aggiornamento della situazione di emergenza ma è un’ulteriore denuncia a fermare prima che sia troppo tardi l’attività delle mafie. La criminalità si combatte prima nelle carceri e poi sui territori”.
Di Giacomo ha anche accolto positivamente “l’annuncio della costituzione ad Agrigento di un Osservatorio permanente sui problemi del carcere” definendola un’iniziativa positiva per tenere sempre viva l’attenzione su questo istituto. L’ auspicio è che “osservare possa servire a sollecitare azioni e misure straordinari come è straordinaria ed emergenziale la situazione nelle carceri siciliane, le peggiori d’Europa”.
Numeri Critici e Minacce Clandestine: Il Report del SPP
Un report aggiornato del Sindacato Polizia Penitenziaria dipinge un quadro numerico preoccupante. Nei 23 istituti penitenziari dell’isola, i detenuti sono attualmente 7.063, ben oltre la capienza regolamentare in molte strutture. Le situazioni di maggiore sovraffollamento si registrano a:
- Palermo-Pagliarelli: 1.394 detenuti su una capienza di 1.165.
- Catania-Piazza Lanza: 449 detenuti su 279.
- Siracusa: 696 detenuti su 545.
- Gela: 84 detenuti su 48.
Tra i 1.039 detenuti stranieri, i gruppi più numerosi provengono dal Maghreb (237 tunisini, 88 marocchini, 86 egiziani), seguiti da 99 nigeriani e 138 rumeni.
Il personale di Polizia Penitenziaria ammonta a sole 3.711 unità, con un grave sottodimensionamento degli organici, particolarmente accentuato a Palermo, Catania e Siracusa. Le conseguenze di questa carenza sono drammatiche: le aggressioni e i casi di violenza contro il personale sono stati 625, con decine di mini-rivolte, eventi gravi e tentativi di fuga. Il ritrovamento di stupefacenti ha visto un incremento del +400%, mentre quello di telefonini segna un impressionante +600%. In media, ogni mese si sequestrano diversi chilogrammi di droga. La diffusione dei cellulari è un fenomeno particolarmente preoccupante, poiché consente a boss e figure di spicco dei clan di “impartire ordini nei mandamenti ma anche per minacciare ed intimorire persone e continuare nell’attività estorsiva”.
Di Giacomo sottolinea il pesante impatto sul personale: “Questi numeri – dice Di Giacomo – si scaricano pesantemente in primo luogo sul personale penitenziario sul quale si scontano due fenomeni: sono alcune decine gli agenti che dopo pochi mesi di assunzione hanno abbandonato il servizio, non si riescono a coprire i nuovi posti messi a concorso per mancanza di candidati disponibili.” La radice del problema, per Di Giacomo, è la mancanza di un approccio strategico: “Quello che continua a mancare – evidenzia Di Giacomo – è a dire un piano complessivo di intervento per affrontare in maniera organica i problemi cronici di sovraffollamento, carenza organici, suicidi e morti per altre cause di detenuti, oltre che aggressioni e violenze al personale, rivolte, traffico di droga, diffusione di telefonini”.
La Risposta del Governo: Investimenti e Linea Dura
Il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Del Mastro Delle Vedove, intervenuto in Sicilia per le cerimonie in memoria del vicebrigadiere Antonino Burrafato, ha risposto all’allarme lanciato dal S.PP. Ha evidenziato gli sforzi del governo per affrontare la crisi: “Abbiamo già finanziato, in questi due anni e mezzo, assunzioni per 10250 allievi agenti di polizia penitenziaria. Se tutti i miei predecessori avessero fatto lo stesso oggi ci troveremmo in una situazione opposta e non certo con la carenza di organico. E’ vero, in alcune situazioni ci sono criticità, la strada non sono i provvedimenti svuota carceri ma investimenti per l’edilizia carceraria. Abbiamo affidato al Commissario straordinario – già nominato ed operativo – più di 255 milioni di euro, con questa somma verranno realizzati 7000 dei diecimila posti mancanti“.
Del Mastro ha anche ribadito la ferma posizione del governo contro le politiche di “svuota carceri”, sottolineando l’importanza di “mantenere l’ergastolo ostativo e il carcere duro” per contrastare la criminalità organizzata.