Molise: Segretario generale Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP in sciopero della fame.
Il segretario generale del Sindacato di Polizia penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo, è in sciopero della fame dall’11 ottobre per sensibilizzare il mondo della politica sul grave problema della giustizia e del sovraffollamento carcerario, dall’inizio dell’anno sono morti nelle carceri Italiane 90 detenuti e si sono suicidati 7 poliziotti penitenziari; dati che da soli rendono l’idea del dramma che vivono le carceri del nostro paese; la colpa di tutto questo è senz’altro della politica la quale è storicamente incapace di risolvere il problema delle carceri e più in generale della giustizia in Italia.
Si dovrebbero affrontare le cause del sovraffollamento con una riforma organica della giustizia e non gli effetti del fenomeno attraverso la storica soluzione dell’indulto e amnistia. A sostenerlo è Aldo di Giacomo, segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP: “Dal 1970 ad oggi 15 tra amnistie ed indulti ed il risultato è stato che dopo ogni atto di clemenza è sempre aumentata la popolazione detenuta ed oggi siamo al massimo storico ed il nostro sistema giustizia e da terzo mondo da anni con oltre nove milioni di processi pendenti e centottantamila prescrizioni l’anno”.
Continua Di Giacomo “evidentemente servono riforme strutturale prima fra tutte una serie di depenalizzazione per porre rimedio alla situazione catastrofica della giustizia”.
Intanto, Di Giacomo ieri ha tenuto una conferenza stampa alla Camera dei Deputati alla quale erano presenti: Antonio Di Pietro, il capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Dott. Luigi Pagano, On Franco Vazio commissione giustizia ed altri esponenti del mondo della politica. Di Giacomo ha trovato assoluta condivisione d’idee e l’impegno ad attuare un’ampia depenalizzazione e riforme strutturali e non amnistie e indulti.
Di Giacomo, inoltre, ha evidenziato come le condizioni di lavoro in continua emergenza mettono seriamente in discussione l’aspetto professionale e personale dei lavoratori, costretti a far fronte con strumenti insufficienti alla sicurezza e alla disattesa risocializzazione dei detenuti garantita dal dettato costituzionale, non considerando la disattenzione della politica che ha portato al blocco degli stipendi, degli assegni di funzione ed agli avanzamenti di grado con un danno economico di oltre 200 euro al mese per ogni poliziotto.
Questo imperativo, fare riforme strutturali prima fra tutte le depenalizzazioni, deve far riflettere sulle responsabilità di ogni uno. Pertanto continuerò questa mia battaglia sino a quando non si risolverà il problema.” Il segretario generale darà vita nei prossimi giorni a nuovi incontri con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo della politica sul mondo carcerario e sulla grave situazione della giustizia.
Ansa, 28 ottobre 2013